“Essa
(la mediateca) non è altro che un nodo
nella Rete, uno dei suoi innumerevoli punti focali”
cit. Taki
Il progetto di Toyo Ito risponde perfettamente a questa considerazione;
attraverso un cubo trasparente che misura 50 m di lato e con sei piani di altezza variabile per un altezza complessiva di circa 35 m, ha come idea di base il fatto di
creare un edificio aperto al flusso delle informazioni, che lo modellano e lo
identificano allo stesso tempo.
L’edificio non impiega alcuna geometria nota, il sistema costruttivo del moderno (basato su una griglia regolare) viene abbandonato, vengono impiegati dei fasci tubolari cavi, di diametro variabile dai 2 ai 9 metri, che contengono i collegamenti verticali (scale ed ascensori) ed i vari impianti, vengono utilizzati anche come mezzo per convogliare la luce, catturata in copertura, ed illuminare i vari piani. Questi fasci vengono sottoposti a torsioni e deformazioni per oscillazioni , cosi da assorbire meglio le sollecitazioni sismiche.
L’edificio non impiega alcuna geometria nota, il sistema costruttivo del moderno (basato su una griglia regolare) viene abbandonato, vengono impiegati dei fasci tubolari cavi, di diametro variabile dai 2 ai 9 metri, che contengono i collegamenti verticali (scale ed ascensori) ed i vari impianti, vengono utilizzati anche come mezzo per convogliare la luce, catturata in copertura, ed illuminare i vari piani. Questi fasci vengono sottoposti a torsioni e deformazioni per oscillazioni , cosi da assorbire meglio le sollecitazioni sismiche.
I sostegni sono intervallati da
solai sottilissimi, posizionati ad altezze differenti che contengono funzioni diverse, ma tra loro
connesse visivamente dal reticolo degli elementi tubolari. Il piano terra viene
concepito come un luogo di incontro, dove vengono a posizionarsi diverse
funzioni come una caffetteria, dei punti vendita ed un banco per le
informazioni.
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