lunedì 18 marzo 2013

Frammenti di Storia


L’incontro con il prof.  Colella , classe 1915, è stato molto interessante al fine di una maggiore comprensione delle relazioni presenti e passate del Villaggio Olimpico.
Sono i racconti di chi ha vissuto in  prima persona la nascita e lo sviluppo del quartiere, racconti che,  in alcune  parti,  sembrano nascondere una sorta di delusione per lo sviluppo non sempre lineare a cui è stato soggetto il quartiere stesso.
Molto rilevante la risposta del prof. Colella alla domanda cosa più manca oggigiorno al Villaggio Olimpico: il professore ha risposto asserendo che nel quartiere c’è “mancanza di calore umano”, precisando poi che “non c’è stata mai una comunità all’interno del Villagio Olimpico”.
Poche parole che sono però la chiara rappresentazione di una realtà, visibile a qualsiasi visitatore.





domenica 17 marzo 2013

Compagni di viaggio

WINDOW ON MUSICA_ Old Good Music


titolo: Casa della musica
progettista: Geza
luogo: Cervigano sul Friuli, Udine, Italia

Gli architetti Stefano Gri e Piero Zucchi del gruppo Geza, incaricati dal comune di Cervigano del Friuli, hanno avuto il compito di realizzare una Casa per la Musica in un vecchio fabbricato in disuso, una volta destinato ad autorimessa per gli autobus. 

L’intervento si inserisce nell’edificio originario, e attraverso l’impieghi di elementi contemporanei, va a sconvolgere radicalmente la morfologia originale.
Interessante è l’intervento, il quale è andato a recuperare un Urban Void e, conferendogli una nuova configurazione, è andanto a qualificare ed arricchire un sito in stato di inutilizzo.
L’intervento ha come base l’idea di mantenere visibile la struttura originaria in mattoni; questo però non ha posto delle limitazioni nell’impiego di un linguaggio architettonico contemporaneo, per via della poca rilevanza storica del manufatto.
La muratura perimetrale in mattoni, nella quale nel prospetto principale sono state aperte 5 grandi cornici che permettono una elevata permeabilità visiva con l’esterno, ha la funzione di involucro e quella di sorreggere la copertura; i vari ambienti interni sono realizzati attraverso una sottostruttura interna in calcestruzzo armato, permettendo di realizzare una scatola nella scatola.
Il piano terra accoglie la hall di ingresso, una caffetteria e una serie di sale chiuse che racchiudono le sale prova; al primo livello lo spazio è condiviso da una sala conferenze e gli spazi dedicati alla registrazione e alla regia. 




GREEN LIGHT_ Ricerca sostenibile



titolo: CSET_Centro per le tecnologie energetiche sostnibili
progettista: Mario Cucinella Architects
luogo: Ningbo, Cina

Il Centro per le tecnologie energetiche sostenibili CSET (Centre for Sustainable Energy Technologies), realizzato da Mario Cucinella a Ningbo, in Cina, inserito all’interno del campus della Nottingham University, contiene laboratori di ricerca per lo studio di tecnologie sostenibili, come quelle applicate all’energia solare, all’energia fotovoltaica o all’energia eolica, ma è anche un centro per visitatori e aule per corsi di specializzazione.

La particolarità dell’edificio sta nel fatto che esso stesso è modello di sostenibilità, in quanto,  attraverso le tecnologie impiegate,  l’edificio risulta essere autosufficiente dal punto di vista energetico,  inoltre immette nell’ambiente delle quantità minime di CO2.
La maggior parte dell’edificio si sviluppa in un livello interrato, che riceve illuminazione naturale da dei lucernari aperti nel soffitto. La restante parte dell’edificio si sviluppa in una torre,  le cui quattro facce sono differenti le une dalle altre ed hanno una conformazione
dinamica in risposta alle diverse esigenze legate all’orientamento,  riprendendo il design delle lampade cinesi; caratterizzato da un camino che,  sfruttando i movimenti dei flussi d’aria sia nella stagione estiva che in quella invernale,  garantisce un benessere termo-igronometriche  ottimale.



PROGRAMMA

1. Factory of arts 
    The show must go on



L’urban void 4, l’area semi-abbandonata su via Venezuela a ridosso di Villa Glori, si trova nelle immediate vicinanze del Liceo Lucrezio Caro, che, oltre ad avere  gli indirizzi consueti classico e linguistico, ha anche un indirizzo “arti e spettacolo”.
La mia idea propone di realizzare un polo artistico, dove i studenti del liceo ma non solo,  possano avvicinarsi al mondo del cinema, del teatro e della musica in maniera più diretta di un “insegnamento frontale” che può essere svolto durante le ore di scuola. Dove le passioni di molti ragazzi possano essere molto più che dei sogni.
L’idea sta quindi nel creare un piccolo complesso dove adolescenti, ma anche ragazzi più avanti negli anni, possano incontrarsi, passare del tempo, studiare ma anche scrivere musica, recitare o scoprire il mondo del cinema e della cinematografia.
Un’ area nella quale siano presenti sale prove e sale incisione per i gruppi  musicali, laboratori per la realizzazione di costumi e scenografie per  il teatro, una cineteca  ma anche laboratori per il montaggio di cortometraggi; con la presenza di un piccolo teatro dove bands e compagnie teatrali possano esibirsi, o che possa essere impiegato come cinema. 





LIVING-  Il cinema, il teatro e la musica sono le passioni più diffuse tra i giovani: quindi, creando una struttura che sia dedicata alla scoperta ed alla realizzazione delle “arti sceniche”, penso che sia fondamentale progettare delle aree dove incontrarsi e scambiare idee ed interessi. Ecco perché il complesso è dotato di caffetteria, connessione internet e spazi dove i ragazzi possano studiare, “creare arte” o semplicemente trascorre del tempo libero.

CREATING- Attraverso laboratori, sale di montaggio e sala registrazioni, i giovani avrebbero la possibilità di creare la propria opera, la possibilità di diventare direttamente gli autori delle proprie opere, seguire il processo realizzativo dalla nascita alla messa in scena”.
Interessante sarebbe creare dei gruppi dove giovani attori e musicisti possano creare delle proprie opere fondendo le diverse passioni.

EXCHANGE- La presenza all’interno della struttura di punti per il ristoro, una libreria tematica con la possibilità di creare un mercato di dvd e di cd dell’usato in modo di avere dei prezzi più accessibili per i ragazzi, la messa in scena di opere, concerti e proiezioni di film con la possibilità di organizzare dei workshop, permetterebbe una buona base economica per la gestione della struttura.

REBUILDING NATURE- La posizione dell’urban void a ridosso del parco di Villa Glori e nelle immediate vicinanze del Villaggio Olimpico, trova nel verde uno dei punti di forza dell’area. Oltre ad avere aree esterne per spettacoli all’aperto, ha anche zone adibite al relax, allo studio e per incentivare l’interazione tra i giovani.

INFRASTRACTURING- La stretta vicinanza con l’Audiorium favorirebbe l’avvicinamento dei giovani ai grandi scenari della musica, del teatro e del cinema; dando una “spinta dal basso” alle arti sceniche.
Realizzando una rete ciclo-pedonale che congiungerebbe i percorsi del parco di Villa Glori  con i percorsi lungo il Tevere e provvedendo ad un miglioramento del sistema di autobus, si garantirebbe un rapido e facile accesso ai giovani dei quartieri vicini.







2. iGeneration  
    Web Center

Internet e i social network oggi giorno stanno diventando i principali protagonisti della vita della maggior parte degli adolescenti e dei ragazzi. Il web,  l’informatica più in generale,  è entrato prepotentemente all’interno della vita di tutti noi;  seduti da un semplice pc o collegati attraverso un tablet o un telefonino, è possibile comunicare con l’altra parte del mondo, lavorare oppure semplicemente ordinare la cena.
La mia idea propone di creare all’interno dell’Urban Void 4 un complesso che possa attirare giovani, e non solo, al mondo dell’informatica, permettendo di scoprire le innumerevoli potenzialità che può offrirci questo mondo.
L’idea consiste quindi nel creare un polo informatico dove i giovani, ma non solo, possano studiare, lavorare e passare del tempo stando collegati con il mondo.
Un’ area nella quale sia presente una rete Wi-Fi, con degl’ internet-point, con laboratori che attraverso corsi possano insegnare l’utilizzo dei diversi software e dei diversi linguaggi di programmazione, con la possibilità di avere spazi destinati al creare. Affiancare quindi all’informatica anche il mondo più ampio della tecnologia.





LIVING-  Il  web ha portato una rivoluzione epocale, stravolgendo ogni settore della vita dell’uomo, dalle relazioni interpersonali, al lavoro, fino a condizionare il modo di vivere di ogni cittadino; la  struttura nasce con l’idea di poter dare la possibilità ai giovani di scoprire questo universo, ma anche la semplice possibilità di avere uno spazio dove avere una “connessione” con il mondo. Ecco perché il complesso è dotato di un punto ristoro, connessione internet e spazi dove i ragazzi possano studiare, imparare o semplicemente trascorrere del tempo libero.

CREATING- Attraverso laboratori e seminari, i giovani avrebbero la possibilità di imparare come conoscere il mondo dell’informatica, ma anche la possibilità di creare, sperimentare e diventare autori di nuovi app o software.

EXCHANGE- La presenza all’interno della struttura di punti per il ristoro, centri per l’assistenza per i computer ma anche di negozi per la vendita di componenti per i pc e corsi specializzati, garantirebbero alla struttura una buona fonte economica.

REBUILDING NATURE- Il verde è uno delle principali protagonisti dell’area, grazie alla presenza del parco di Villa Glori. Si possono creare delle aree esterne destinati allo studio, al lavoro o al semplice spazio per trascorrere del tempo libero con una finestra aperta sul mondo.

INFRASTRACTURING- La realizzazione di una rete ciclo-pedonale garantirebbe ai molti giovani del Villaggio Olimpico e dei quartieri vicini di poter raggiungere autonomamente  il polo informatico.















lunedì 11 marzo 2013

La scelta dell'area

Un pò di storia
L'area a Roma del Flaminio è stata coinvolta in molti dei più importanti processi di trasformazione che hanno caratterizzato lo sviluppo della città: dall'Esposizione Internazionale del 1911 all'Olimpiadi del 1960 alla nascita negli anni 2000 del nuovo Polo Culturale incentrato sull'Auditorium Parco della Musica e sul Maxxi.
Il Villaggio Olimpico fu progettato da V. Cafiero, A. Libera, A. Luccichenti, V. Monaco e L. Moretti e costruito tra il 1958-1959 grazie al contributo economico del fondo pensioni degli impiegati dello stato, il Comune di Roma ed il CONI.
Il Villaggio aveva come scopo iniziale quello di ospitare gli atleti durante la manifestazione olimpica. Successivamente le opere edilizie furono consegnate all'I.N.C.I.S. (Istituto Nazionale Case per gli impiegati) e vennero assegnati tramite concorso agli impiegati statali. Successivamente il 90% delle abitazioni fu riscattato e divenne di proprietà privata.
Attualmente il Villaggio sembra essere un "quartiere dormitorio", caratterizzato da un forte silenzio, interrotto solamente dalle macchine che percorrono il viadotto sopraelevato di Corso  Francia. 

PREGI
-Area ricca di verde;
-Area ben collegata con il resto della città, e posta nelle immediate vicinanze di numerose centralità, a partire dal'auditorium di Renzo Piano fino ad arrivare al Maxxi. 

DIFETTI
-Quartiere domitorio;
-Assenza di microcentralità (centri culturali, piccole attività commerciali, etc...) che amplifica il carattere di dormitorio del quartiere.



URBAN VOID #8_ Piazza Jan Palash


L'area di progetto è posizionata tra due edifici in linea. L'area misura circa 50 m di larghezza  e una profondità maggiore di 110 m. Attualmente viene impiegata come zona adibita a parcheggi per le abitazioni.
L'area si affaccia su viale XVII Olimpiade; sul lato opposto della strade si apre un piccolo parco urbano.


URBAN VOID #4_ Via Venezuela


Area di progetto posizionata al ridosso della collina di Villa Glori, su un lotto stretto e lungo, in una posizione marginale del Villaggio Olimpico.
Attualmente il lotto è occupato da un edifici ad un piano, in stato di semi-abbandono.


URBAN VOID #23_ Via XVII Olimpiade, via Austria, via Belgio 


Area di progetto posizionata al di sotto del viadotto di Corso Francia. Risulta uno spazio inutilizzato caratterizzato da un forte inquinamento acustico dovuto al transitare delle macchine sul viadotto.